Le stagioni dell'efficienza. I paradigmi giuridici della buona amministrazione

Riferimento: 9788891620965

Editore: Maggioli Editore
Autore: Riccardo Ursi
Collana: Orizzonti del diritto pubblico
In commercio dal: 2016
Pagine: 454 p., Libro
EAN: 9788891620965
20,00 €

Descrizione

Il contesto normativo attuale dà per scontato - ormai è quasi un postulato di sistema - il valore giuridico del canone dell'efficienza in quanto espressione, nella sua componente dinamica, della giuridicità complessiva dell'organizzazione amministrativa. In tale senso, la giuridificazione dell'efficienza è quel fenomeno di emersione degli strumenti giuridicamente rilevanti in base ai quali il funzionamento della pubblica amministrazione viene fatto positivamente interagire dal diritto con le condizioni e con le esigenze contingenti e mutevoli, che sono, concretamente e dinamicamente, correlate alla realtà effettuale nella sua prevalente dimensione politica. Scopo della ricerca è dimostrare come tale fenomeno disegni, nel corso dell'evoluzione del nostro ordinamento amministrativo, un andamento in cui diversi sono i paradigmi di riferimento, esponenziali, in larga misura, della dimensione sociale e politica del ruolo dell'amministrazione. Pertanto, adottando una prospettiva storica, il saggio racconta come l'efficienza della pubblica amministrazione, canone assiomatico di qualsiasi organizzazione, sia diventata giuridicamente rilevante nell'ambito delle amministrazioni pubbliche dell'Europa continentale, in generale, e nell'ordinamento italiano, in particolare. Si traccia un percorso che muove dai modelli astratti dello Stato liberale e perviene, attraverso un lento e complesso sviluppo, alle recenti letture, coerenti con la lex fiscalis europea, che qualificano l'efficienza, prevalentemente, in termini di Spending review. Pertanto, da una concezione in base alla quale tutto ciò che è legale per ciò stesso va ritenuto efficiente, attraverso una serie di passaggi, contrassegnati da altrettanti mutamenti di costituzione materiale, si perviene alla convinzione odierna che solo ciò che è efficiente può essere considerato legale e, in maniera più precisa, che ciò è legale solo perché è efficiente. Tuttavia, manifestando una sorta di andamento ciclico dell'evoluzione del fenomeno, l'approdo assiologico finale presenta non pochi punti di contatto con il punto di partenza, posto che la razionalità legale continua ad essere il metro di misurazione della funzionalità. Si registra così una mutazione genetica della legalità amministrativa, esito di un processo osmotico di giuridificazione che, dall'originaria repulsione verso il criterio di efficienza, conduce ad una configurazione imperniata sul primato dell'interesse finanziario e sulla dequotazione a variabile dipendente di ogni altro interesse di rilevanza pubblica idoneo a plasmare la dimensione organizzativa.